Waters a Veloso: Non andare a Tel Aviv

Continua lo scambio di messaggi tra Roger Waters e Caetano Veloso. Waters aveva scritto una lettera all’artista brasiliano, chiedendogli di non suonare a Tel Aviv per motivi politici.
La risposta di Veloso non si è fatta attendere ed ecco dunque la replica di Roger Waters.
L’articolo è stato inserito oggi nel sito Boccescucite.org.
Potete leggere l’articolo originale qui.
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“Roger Waters ha risposto alla lettera di Caetano Veloso. Riepilogando: l’ex leader dei Pink Floyd ha scritto a Veloso e Gil, chiedendogli di non esibirsi in Israele, a luglio. Caetano gli ha risposto e, pur enfatizzando la sua opposizione “alla destra arrogante del governo israeliano” ha aggiunto: “non cancellerei mai un concerto per dirmi contro un paese a meno che non mi sentissi con tutto il cuore contro quel paese. Ma non è questo il caso. Ricordo che Israele è stato un luogo di speranza. Sartre e Simone de Beauvoir sono stati a favore d’Israele fino alla loro morte…”

Ecco la replica del musicista inglese:

Caro Caetano,
Grazie per aver trovato il tempo di rispondere alla mia lettera. Il dialogo è davvero importante. Risponderò ai punti che hai sollevato. Temo tu stia vedendo la politica israeliana con lenti rosa. Il fatto è che, da molte decadi, dalla Nakba (catastrofe, espropriazione del popolo palestinese) nel 1948, le politiche coloniali e razziste di Israele hanno devastato la vita di milioni di palestinesi.
Il movimento BDS, al quale ti sto chiedendo di unirti, è un movimento globale che chiede libertà, giustizia e uguaglianza per i palestinesi. Sta crescendo rapidamente per via della crescente presa di coscienza internazionale rispetto all’oppressione che i palestinesi hanno sopportato in questi ultimi 67 anni.
l’attuale regime di estrema destra di Netanyahu è solo l’ultimo governo a perpetrare atti crudeli di ingiustizia e colonizzazione. Ma questo non è un problema solo della destra. È stato, per la verità, il partito di sinistra dei lavoratori che ha creato il programma di insediamenti illegali e che si è sottratto al ritiro dai territori palestinesi e al processo di pace.
Nella tua lettera, sostieni che Sartre e Simone de Beauvoir hanno creduto in Israele fino al momento della loro morte. Può anche essere, ma questo è accaduto a quel tempo, forse all’epoca non sapevano o non comprendevano la brutalità dell’occupazione israeliana delle terre palestinesi e la sottomissione del loro popolo. Penso che gli schizzi di vino e caffè sugli antichi pavimenti del Café Flores e del Les Deux Magots oggi vibrerebbero per l’agitarsi nella tomba di Sartre e Simone de Beauvoir nel sentire i propri nomi usati invano e legati all’albero maestro dell’occupazione e dell’oppressione del popolo palestinese.
Citi il vescovo Desmond Tutu, egli è tra i sostenitori del movimento BDS, perché ha osservato le azioni di Israele ed ha una profonda empatia con il popolo palestinese. C’è, come ti ha fatto notare, un apartheid nei territori palestinesi che è tanto definitivo e disumanizzante come quello che c’era in Sudafrica, quando erano in vigore leggi infami e razziste. Così come in Sud Africa, i palestinesi e i loro diritti sono definiti in base alla loro origine razziale e religiosa. Riesci a immaginare una cosa del genere in Brasile o in Inghilterra o in Olanda o in Cile o..? No. Perché no?
Perché è inaccettabile, per questo no.
Caetano, se posso farti una domanda, perché non rifiuti la complicità con una ingiustizia così grande ora come avesti certamente rifiutato il razzismo bianco contro la popolazione nera in Sud Africa negli anni 80?
La tua lettera suggerisce che credi il tuo prossimo concerto a Tel Aviv capace di mutare la politica israeliana. Suggerirei che questa è una posizione ingenua. Purtroppo, non è solo il governo israeliano che deve cambiare mentalità. Ricerche indicano che un impressionante 95% del pubblico ebraico israeliano ha appoggiato i bombardamenti di Gaza nel 2014 (516 bambini morti), che il 75% non appoggia uno stato palestinese fondato sulle frontiere a lungo negoziate del 1967 ed il 47% crede che i cittadini palestinesi in Israele debbano essere privati della loro cittadinanza.
No, Caetano, suonare a Tel Aviv non muoverà il governo israeliano o la maggioranza degli israeliani neanche di un centimetro, ma sarà visto come il tuo tacito consenso allo status quo. La tua presenza lì sarà usata come propaganda dalla destra e proverà l’appoggio morale alle politiche oltraggiosamente razziste e illegali del governo israeliano.
È un dilemma, lo so, ma se vuoi davvero influenzare il governo israeliano, dovrai unirti a noi del BDS nel nostro picchetto alle frontiere. Stiamo ottenendo un effetto grandioso, come puoi vedere dalla loro reazione, gli aggressori che provano con tutta la loro forza di mettere a tacere le nostre voci di dissenso.
Non ci indurranno al silenzio, siamo forti e uniti, possiamo aiutare a liberare non solo il popolo palestinese dal giogo dell’oppressione israeliana, ma anche il popolo israeliano dal suo stesso eccezionalismo e dai suoi dogmi, fatali a entrambi i popoli.
Ti imploro di non proseguire nel proposito di esibirti a Tel Aviv. Cogli, invece, l’opportunità di visitare Gaza e la Cisgiordania e vedi da te quel che Sartre e Simone de Beauvoir non hanno potuto vedere. Credo che la tua decisione di suonare a Tel Aviv si dissolverà in un mare di lacrime e pentimento.
Caetano, io non ti conosco, non ci siamo mai incontrati personalmente, ma credo che tu abbia buone intenzioni e non ti porto alcun rancore. Se andrai a Tel Aviv, nonostante i nostri appelli sinceri, e se visiterai Gaza e i territori occupati, potresti avere una rivelazione. Se sarà così, per favore, cercaci, tutti noi, non solo delle comunità palestinesi e israeliane, ma tutti noi solidali, in Brasile e in altri luoghi, tutti noi del BDS nel mondo, al lavoro per giustizia e pari diritti in Terra Santa. Ti abbracceremo.
Ti ringrazio ancora per esserti unito a questo dialogo. Per favore, vai e vedi le cose con tuoi occhi, ma senza esibirti, senza attraversare la linea del picchetto del boicottaggio palestinese. Forse la UNRWA (l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi) può aiutarti, così come ha certamente aiutato me quando ero alla ricerca della realtà. Vai e vedi tu stesso, non dovrai usare la tua immaginazione. La realtà è più devastante di qualsiasi cosa tu possa immaginare. Grazie
il tuo collega
Roger Waters

Fonte: O Globo
Traduzione di Clelia Pinto per “Il Resto del Carlinho (Utopia)”.