Quando la musica dei Pink Floyd si sposa a luoghi pieni di storia come il tempio greco di Hera, a Selinunte, il risultato non può che lasciare senza fiato. Era già accaduto 46 anni fa, quando la band inglese si esibì nell’anfiteatro romano di Pompei e fu ripresa magistralmente dal giovane regista scozzese Adrian Maben per il film-documentario “Pink Floyd at Pompeii”. Il miracolo si è ripetuto nel corso degli anni, quando i Pink Floyd hanno scelto di suonare in altri luoghi prestigiosi in giro per il mondo, come il castello di Versailles o la laguna di Venezia, sfiorando addirittura l’idea di una esibizione in Egitto davanti alle Piramidi che non ebbe purtroppo mai luogo.
A rinnovare il felice connubio tra la musica e arte ci hanno pensato lo scorso 19 agosto gli ottimi musicisti della Società per Azioni Music, fautori dell’evento “Live at Selinunte – A Tribute to Pink Floyd” all’interno del Parco Archeologico di Selinunte.
La serata è stata organizzata dal Centro Artistico e Culturale “SPA Società per Azioni Music”, associazione no profit di Castelvetrano, con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore di una iniziativa culturale intitolata “Un libro bianco per Castelvetrano”, sostenuta e condivisa da diverse associazioni del territorio. Il concerto è stato salutato da un incoraggiante tutto esaurito. Nonostante siano stati aggiunti ulteriori posti a sedere a pochi minuti dall’inizio dello show, sono stati tantissimi gli spettatori che hanno seguito in piedi il concerto, a dimostrazione che davanti alla generosità e alla voglia di riscatto, la parte sana di Castelvetrano e Selinunte non si è tirata indietro.
La storia della band siciliana Società per Azioni Music ha origine nel 1972, quando cinque giovanissimi compagni di scuola con la passione per il rock si ritrovarono a Castelvetrano con il desiderio di suonare, stimolati da quel particolare momento di grande fermento musicale che stava attraversando l’intera Penisola. Quella esperienza ha legato indissolubilmente Pino Leggio, Franco Messina, Salvatore Orlando, Marcello Romeo e Nicola Santangelo che, tra varie vicissitudini, hanno portato il progetto Società per Azioni Music fino ai giorni nostri. Per riprodurre le sonorità dei Pink Floyd targati 1994, sono stati aggiunti sul palco Salvatore Distefano (tastiere), Francesco Critti (chitarra), Giovanni Augello (sax) e le coriste Francesca Leo, Giorgia Blunda e Anna Pecorella.
Utilizzando come prestigiosa scenografia naturale le sei colonne della facciata del tempio di Hera, che da oltre venticinque secoli sovrasta la collina orientale del sito archeologico, gli undici musicisti sul palco hanno dato vita ad un entusiasmante cavalcata attraverso la storia musicale dei Pink Floyd, prendendo spunto ed ispirazione dall’ultimo tour ufficiale della band, per intenderci quello immortalato nel doppio cd “P.U.L.S.E” del 1995.
Alle 21:15 il concerto si apre con la classica Shine On You Crazy Diamond (pts 1-5), tributo al genio di Syd Barrett, uno dei fondatori dei Pink Floyd, che firmò la maggior parte del loro primo repertorio. A parte l’emozione iniziale dei musicisti, l’esecuzione dal vivo è andata avanti senza problemi, salutata in chiusura dall’applauso convinto dei presenti. La Spa Music si è dimostrata subito ben amalgamata e con personalità, contraddistinta dalla solida sezione ritmica e coadiuvata da chitarre e tastiere all’altezza del repertorio pinkfloydiano. Le comunicazioni con la platea sono riservate al poliedrico Franco Messina il quale, seguendo la tradizione di Franz Di Cioccio della P.F.M., canta e suona instancabilmente le percussioni. “Abbiamo avuto il privilegio di vivere gli anni Settanta in musica – racconta Messina dal palco – quindi per noi i Pink Floyd erano dei miti e vogliamo celebrarli così come sappiamo fare, perché non lo facciamo per professione ma con cuore e passione”. E che ci sia cuore e passione ma anche la capacità tecnica di trasformare in suoni le emozioni della musica senza tempo dei Pink Floyd è evidente nella performance che segue, la celebrazione del loro album più conosciuto, “The Dark Side Of The Moon”, eseguito senza interruzioni ad eccezione dello strumentale On The Run. La suite ha uno dei momenti più emozionanti in “The Great Gig In The Sky”, quando le tre coriste hanno la possibilità di regalare al pubblico vibrazioni senza fine.
La seconda parte del concerto apre con una bella versione di On The Turning Away, una delle migliori canzoni dell’album “A Momentary Lapse Of Reason” del 1987. Il tema dell’assenza, spesso cantato dai Pink Floyd, trova massima espressione nella canzone successiva in scaletta, Wish You Were Here, riconosciuta immediatamente dal pubblico e suonata con emozionata partecipazione dalla band. La successiva What Do You Want From Me?, dall’album del 1994 “The Division Bell”, è la sottile risposta della Società per Azioni Music alle critiche per aver portato a Selinunte la musica dei Pink Floyd.
Non c’è spazio però per le polemiche, nella splendida acropoli sicula stasera si respira soltanto ottima musica e non fa eccezione Comfortably Numb, uno dei brani più acclamati dei Pink Floyd, al quale la band ha riservato un’inedita introduzione che ben si sposa con il resto della musica. Tastiere e chitarra introducono la seguente Coming Back To Life, il ritorno alla vita cantato da David Gilmour nell’album “The Division Bell” del 1994. La calda voce di Franco Messina vola libera sul tappeto strumentale, cantando parole di speranza e di riscatto sul passato, valide non solo per i presenti ma per l’umanità intera. Non è un caso se subito dopo sia stato chiamato sul palco l’avvocato Giuseppe Ferro, premiato da Messina con una targa per il suo impegno nella raccolta fondi a favore dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. L’iniziativa promossa da Ferro si intitola ‘Un fiore per la lotta’ ed è stata istituita in ricordo della sua compagna Mariuccia Bianco, scomparsa di recente.
A far vibrare le fondamenta del tempio Hera ci pensa la lunga Sorrow, elegia gilmouriana all’ennesima potenza, capace di coinvolgere gli spettatori tra suoni ipnotici e infiniti giochi di luce, tali da ridare vita alle pietre millenarie che circondano il palco. Il finale pirotecnico è riservato a Run Like Hell, tratto dal doppio album The Wall del 1979, al quale era riservata la classica chiusura degli ultimi tour dei Pink Floyd.
Il pubblico omaggia la band con una meritatissima standing ovation che fa brillare gli occhi dei musicisti, riuniti al centro del palco per raccogliere gli applausi dei presenti. Una lode a parte la merita la System Engineering, che ha curato l’audio e le luci della serata. L’impianto sonoro è stato all’altezza della situazione, adattandosi alla perfezione all’acustica del luogo e valorizzando al massimo i suoni dei musicisti. Discorso simile per le luci, che per merito di un continuo ed azzeccato cambio di tonalità hanno sottolineato al massimo l’imponente presenza del tempio greco e i resti delle colonne dell’adiacente tempio di Atena. Sul palco è stato attivato anche un raggio laser, utilizzato con parsimonia e nel rispetto della storica location.
(foto Serena Navetta – Facebook)
Impossibile dimenticare la splendida notte stellata di Selinunte, un concerto le cui emozioni riecheggeranno per molto tempo nei cuori e nell’anima dei presenti. La musica immortale dei Pink Floyd si fermerà per sempre tra le pietre di uno dei monumenti più affascinanti della Sicilia, una regione che è custode di infiniti tesori del passato.
(Nino Gatti)