E’ stata pubblicata oggi sul sito di FarOut Magazine una lunga intervista a Nick Mason curata da Jordan Potter. Il batterista inizierà dall’11 giugno e fino al 29 dello stesso mese un lungo tour inglese di ben 14 date, che precederà il tour europeo.
Queste alcune delle risposte di Mason durante l’intervista telefonica con il giornalista.
Sul suo ruolo di mediatore nei Pink Floyd, Mason afferma: “In realtà non suggerirei mai di essere stato un mediatore. Mi piace affermare che la gente pensa che io sia l’Henry Kissinger del rock ‘n’ roll, ma in realtà sono Neville Chamberlain che sventola quel pezzo di carta”.
Nell’intervista si parla anche del periodo dell’album “The Wall”: “La maggior parte dei rapporti all’interno della band andava bene. Le cose sono cambiate quando Roger ha perso la pazienza con Rick, che per un lungo periodo non aveva avuto molto da fare e si era allontanato. La Sony ci offrì molti più soldi se avessimo completato l’opera entro Natale [1979], e credo che questo sia stato il motivo che ha spinto Roger a diventare molto nervoso con Rick”.
Mason, che non ha ancora ascoltato in anteprima il nuovo album di Gilmour, parla del singolo “The Piper’s Call”: “È tutto fantastico, a parte il fatto che mi ha rubato il bassista (scherza Mason). Quindi [i Saucerful of Secrets] hanno dovuto riprogrammare leggermente i tempi di lavoro per permettere a Guy [Pratt] di andare a lavorare con David”.
Sul repertorio dei Saucerful: “Quando abbiamo iniziato, cinque anni fa, una delle cose che sono venute fuori è stata quella di cercare di non essere in competizione con le tribute band e di fare qualcosa di un po’ più interessante che cercare di ricreare quello che abbiamo fatto 40 o 50 anni fa. Quello che mi piaceva davvero era l’idea di tornare indietro e suonare la prima musica nello stile [del materiale successivo]. E questo in realtà significava limitarsi ai primi sette anni”.
Mason considera l’album “A Saucerful of Secrets” “enormemente degno di essere rivisitato. Credo che Saucerful sia uno dei miei album preferiti perché contiene una straordinaria varietà di cose. Ha una sorta di elemento di ‘addio a Syd’, e poi c’è ‘Set The Controls’, che per me è ancora uno dei pezzi preferiti da suonare dal vivo”.
Il batterista confessa di aver avuto un attrazione per i due batteristi Mitch Mitchell e Ginger Baker. “Sono stato influenzato da tutti coloro che erano in circolazione in quel periodo. Prendevo le cose da tutti loro e le provavo”. Mason inserisce anche Keith Moon tra i suoi batteristi preferiti.
“L’intera faccenda della doppia cassa mi conquistò completamente e dissi: ‘Oh sì, è lì che vorrei essere, quello che vorrei fare’”. Ginger [Baker] ha avuto un’enorme influenza sul fatto che io iniziassi a suonare seriamente e a far parte di una band”.
Baker ha influenzato Mason per il drumming di “Set The Controls”: “È un brano che ha qualcosa di molto diverso. Altre persone – non è che non sapessero suonarlo, ma semplicemente non avevano quel tipo di traccia. Stranamente, Ginger, credo che le sue mazzette su ‘We’re Going Wrong’ [siano state un’ispirazione]. Per me, è una cosa molto diversa dal martellare i quattro, ma è possibile lavorare sulla dinamica della canzone con le mazzette piuttosto che con le bacchette”.
Mason ricorda di aver incontrato Baker diverse volte: “Era sempre delizioso con me, ma non con tutti gli altri. Era un gran personaggio”.
Nick sente più affinità con Mitch Mitchell: “Ho conosciuto Mitch quando eravamo in tour con Jimi Hendrix nel ’67. È stato una sorta di mentore per me e ho amato il suo stile. C’è qualcosa di molto jazzistico in esso, quel modo di trattenere le cose e di suonare leggermente indietro. E mi piaceva quella sensazione di leggerezza che aveva, suonando in un’epoca in cui tutti suonavano i quattro più forte che potevano”.
Rispetto al passato, Mason afferma che “Ero solito rompere molte bacchette. Ma negli ultimi 20 anni non credo di ricordare di aver mai rotto una bacchetta. Qualcosa è cambiato drasticamente, i bastoni sono diventati più forti. “È molto facile suonare troppo. Stare sul palco con una band è piuttosto eccitante e comporta una buona dose di adrenalina. Quindi, la tendenza è quella di suonare di più e più velocemente. Forse si diventa un po’ più bravi a controllarlo”.
L’intervista contiene anche un’opinione di Mason sull’Intelligenza Artificiale: “Ovviamente, quello che tutti temono è che l’IA permetta alle persone di fare a meno della creatività, un concetto davvero bizzarro. La questione del ritorno del vinile è interessante perché il vinile non è buono come un CD in termini di qualità. Ma la realtà è che in realtà ci piacciono alcune cose analogiche. È interessante capire dove andremo a parare”.
L’intera intervista è disponibile qui.