Anteprima libro “Pink Floyd 1967” di Ed Paule

Pink Floyd 1967” di Ed Paule
(The Bee Smart Book – ISBN 978-90-831514-9-6)
Lingua: inglese
Edizione limitata a 450 copie numerate con copertina rigida rilegata in tela.

Charles Beterams, editore di questo e di molti altri volumi, si conferma uno dei più importanti storici e archivisti del mondo pinkfloydiano. I suoi numerosi libri dedicati ai Pink Floyd attestano amore, competenza e qualità, offrendo tra le loro pagine nuove e sempre più rilevanti testimonianze storiche sulla sterminata carriera della band inglese.
Non fa eccezione il suo nuovo lavoro, Pink Floyd 1967, scritto da Ed Paule. Un titolo breve, secco e semplice, che racchiude senza orpelli l’incredibile contenuto di questo straordinario volume.
Sul retro della copertina si apprende che Ed Paule, nato nel 1963, vive nel cuore del New Jersey, negli Stati Uniti, insieme alla moglie Lisa. Insieme hanno cresciuto quattro figli, che definisce con orgoglio “splendidi”. Di giorno, Ed ricopre il ruolo di capo dello sviluppo software di una importante azienda. Nel tempo libero si dedica alla musica, sua passione sin da giovane. È infatti un devoto fan dei Pink Floyd sin dal 1981 e, nel corso degli anni, è diventato un collezionista e ricercatore della storia e dell’evoluzione della band britannica. Nella prefazione, Paule racconta come è nata la sua passione per i Pink Floyd: un percorso in cui ho ritrovato gran parte del mio stesso cammino nel mondo floydiano, e che sono certo accomuni anche molti di voi.
Il volume Pink Floyd 1967 è visivamente imponente: 496 pagine a colori, formato 22×28 centimetri, copertina cartonata e fine stampa professionale su carta patinata da 170 grammi, per un peso complessivo di quasi tre chili. Se già l’aspetto esteriore appare monumentale, il contenuto è a dir poco straordinario.
È incredibile come il 1967, anno intenso e fondamentale per la carriera dei Pink Floyd, continui a offrirci un’inarrestabile valanga di novità e spunti inediti su cui indagare, ricercare e studiare. Perché il 1967 ha rappresentato per i Floyd un’annata cruciale, nella quale – se da un lato si è assistito al triste e inesorabile declino personale e artistico di Syd Barrett – dall’altro si sono aperte innumerevoli opportunità e sviluppi che hanno trasformato radicalmente la vita e la carriera della band.
Appena ricevuta la mia copia cartacea (la numero 218, per la precisione), mi sono dedicato a una prima e veloce consultazione, che ho poi approfondito. Per un ricercatore ossessivo e vorace come me, sfogliare questo libro è come per un bambino avere accesso illimitato a Disneyland. Alla vigilia dei miei cinquant’anni di passione floydiana, mi stupisco ancora quando riesco a leggere o scoprire qualcosa di nuovo e interessante. Grazie a questo nuovo libro, alla meraviglia si unisce anche un sincero e genuino stupore per la qualità del materiale raccolto.
La prefazione del libro – e non è un caso – è stata affidata a Ian Barrett, figlio di Alan Barrett, fratello maggiore di Syd. Ian scrive: “Il libro che state per leggere è un esempio della natura meravigliosamente ossessiva di molti fan di Syd Barrett. Sebbene questo ci abbia causato molti problemi nel corso degli anni, poiché abbiamo dovuto lottare per tenere il passo con la loro conoscenza e il loro entusiasmo, è confortante sapere che l’interesse per Syd e il suo lavoro è persistita. Se si considera quanto è stata breve la sua carriera, e con un’eredità così piccola, è incredibile pensare che se ne parli ancora in tutto il mondo. (Uno dei paesi con il maggior numero di visitatori del sito web ufficiale è il Cile, in Sud America. Chi l’avrebbe mai detto!). Solo nel 2023, ci sono state proiezioni cinematografiche per il nuovo film documentario di Roddy Bogawa, Have You Got It Yet? Story Of Syd Barrett And Pink Floyd, in 19 paesi in tutto il mondo”.
Pink Floyd 1967 non è una semplice raccolta di materiale: questo lavoro trasuda ricerca e dedizione, frutto di ore e ore passate a scavare tra ogni tipo di archivio, cartaceo o digitale. Il lavoro di Paule risulta ancora più credibile grazie al confronto con numerosi nomi illustri della storia dei Pink Floyd, come Joe Boyd, Ian Priston o Glenn Povey, tanto per citarne qualcuno, che hanno contribuito a chiarire dubbi e ad arricchire il volume con preziose informazioni. Il testo si snoda seguendo i dodici mesi del 1967 in ordine cronologico, intervallato da inserti che approfondiscono alcuni argomenti chiave. Sono in totale dodici, uno per ogni mese dell’anno.
Le scoperte documentate nel libro sono così numerose che è difficile sceglierne una, senza togliere al lettore il piacere della “scoperta”. L’autore ha consultato la maggior parte delle testate musicali dell’epoca – come Melody Maker, New Musical Express, Disc and Music Echo – ma ha esteso la ricerca anche a quotidiani e pubblicazioni minori. Ha così integrato questa solida base con materiale tratto da due opere fondamentali: Random Precision di David Parker e The Complete Pink Floyd di Glenn Povey. Grazie al lavoro di Paule, alcune informazioni contenute in questi due volumi sono state aggiornate, e in alcuni casi smentite, ovviamente corredate da prove. Molte notizie finora ritenute corrette sono state riviste con precisione certosina.
Non voglio anticipare troppo, ma voglio condividere le prime scoperte che mi hanno colpito. Ovviamente non sono le più importanti ma le prime che mi sono balzate agli occhi (ce ne sono a centinaia, credetemi)…
La prima riguarda la data e il luogo in cui fu girato il video di Jugband Blues dai Pink Floyd: un ritrovamento attribuito a Glenn Povey e inserito prontamente nel volume. La seconda riguarda la setlist di un concerto (non vi svelo quale), che include una canzone dei Pink Floyd della quale non conoscevo nemmeno l’esistenza. La terza, ma non meno importante, è il luogo esatto in cui si svolsero le prove in studio per la Polydor tra il 23 e il 25 gennaio 1967.
Dal punto di vista iconografico, il contenuto di Pink Floyd 1967 è semplicemente mozzafiato. Le fotografie sono più di cinquecento, molte delle quali pubblicate per la prima volta in un libro. Il materiale fotografico e documentale raccolto sarà la base imprescindibile per ogni futura ricerca seria sull’anno d’esordio discografico dei Pink Floyd.
In chiusura del libro, Ed Paule firma la sezione “Epilogo”, dove rivela l’intenzione di lavorare a un prequel dedicato al periodo 1965–1966. L’autore dimostra che anche questo nuovo progetto – che tutti ci auguriamo possa realizzarsi a breve – ha le potenzialità per essere altrettanto valido. Come prova, ci mostra una rarissima fotografia dei Pink Floyd sul palco del lancio della rivista International Times, alla Roundhouse di Londra, il 15 ottobre 1966.
“Pink Floyd 1967” entra di diritto nei miei dieci libri fondamentali nella copiosa bibliografia sulla band inglese. Un’opera imprescindibile per chiunque voglia approfondire, con passione e rigore, uno degli anni più affascinanti e decisivi nella storia dei Pink Floyd.

In allegato, il link per l’acquisto online del libro:
https://www.floydstuff.com/product/19293152/pink-floyd-1967-regular-edition-book