Sul numero del quotidiano inglese Daily Express del 4 giugno 2024, Nick Mason ha rilasciato una lunga intervista con il giornalista John Earls a pochi giorni dall’esordio del nuovo tour inglese dei “Saucerful of Secrets”.
Le dichiarazioni più interessanti del batterista sono riportate qui di seguito.
Su “The Dark Side Of The Moon”:
“Avremmo dovuto fare un tour più lungo per Dark Side e filmare il tour. Visto quello che abbiamo fatto con lo show di Pompei, sarebbe stato fantastico filmare Dark Side allo stesso modo. Abbiamo quasi affrettato l’uscita dell’album, perdendo molto tempo per dare forma a Wish YouWere Here”.
Sui concerti negli stadi:
“Negli stadi c’era sempre un gruppo di persone in fondo che si drogava o giocava a frisbee. Ci piaceva suonare in qualsiasi posto esotico e alcuni grandi concerti in America sono stati davvero emozionanti per noi.
“Sarei più che felice di suonare davanti a 90.000 persone e sarebbe sciocco fingere di non voler più fare gli stadi. Ma una delle grandi gioie di suonare in un teatro è quella di poter interagire con un pubblico tutto allo stesso tempo.
Suonare con i Saucers:
“Con i Saucers provo un vero e proprio senso di deja vu, come se fosse di nuovo il 1967, perché sono sul palco con musicisti che si divertono tutti nella stessa maniera, suonando per un pubblico che si diverte contemporaneamente”.
“Siamo in una posizione in cui possiamo divertirci con quei brani. Non c’è l’aspettativa da parte del pubblico di dover suonare le canzoni così come sono nei dischi, cosa che invece credo avvenga quando si arriva agli album successivi come Dark Side e The Wall. Il materiale precedente è molto più libero”.
Sulla mostra Their Mortal Remains:
“Mi è piaciuto molto lavorare a quella mostra, ma mi mancava qualcosa. E quel qualcosa era suonare la musica, piuttosto che parlarne. Noi cinque dei Saucers siamo come una versione molto anziana dei Monkees”.
Il periodo d’oro di Syd Barrett:
“Quando Syd scriveva per la band, i primi sei mesi dei Pink Floyd furono molto felici. Poi è diventato molto triste, perché Syd ha più o meno mollato. Il problema è che non siamo ancora sicuri al 100% di cosa sia successo”.
La caduta di Syd:
“Penso che l’LSD sia sicuramente una parte della questione. È possibile che Syd abbia assunto una forma particolarmente forte di LSD, che lo ha colpito in modo permanente. Inoltre, una cosa che ci sembrava impensabile è che Syd ne avesse semplicemente abbastanza di far parte di una band. Era arrivato a Londra da Cambridge per fare il pittore e voleva invece tornare a dipingere. Non potevamo credere che qualcuno in una band di successo non volesse continuare a farne parte, e questo ha avuto un ruolo nell’infelicità di Syd”.
La band si ritrovò impreparata agli stravolgimenti vissuti da Syd in quei mesi:
“Nessuno usava davvero l’espressione ‘salute mentale’ 55 anni fa. Non avevamo idea di come aiutare Syd. Man mano che Syd diventava sempre più infelice, la nostra soluzione era quella di prenderci un giorno di ferie e basta”.
Sui problemi tra Gilmour e Waters:
“È un peccato, ma forse è stato proprio quel conflitto a produrre un buon lavoro. Senza quel conflitto, forse quegli album non sarebbero stati realizzati nel modo in cui lo sono stati”.
Il messaggio che Gilmour aveva spedito a Mason all’esordio dei Saucerful of Secrets dal vivo:
“Il messaggio di David per quella prima sera diceva: ‘Augurati buona fortuna, rompiti una gamba* – preferibilmente quella di Roger’”.
* Nota: “Break a leg”, letteralmente rompiti una gamba, è il modo anglosassone per dire “buona fortuna”.
La canzone a sostegno dell’Ucraina:
“David voleva fare assolutamente qualcosa sull’Ucraina. Mi ha chiesto se potevo suonare nella canzone, in modo che potesse essere uno sforzo dei Pink Floyd. Sono stato molto felice di dare una mano. Hey, Hey, Rise Up! è stato bello, ma preferirei che la fine dei Pink Floyd fosse il Live 8 – tutti e quattro a fare qualcosa per il bene dell’umanità”.
Le aspettative di Mason agli inizi dell’avventura con i Pink Floyd:
“In fondo alla mia mente pensavo che saremmo stati nella band per uno o due anni, poi sarei tornato al college. Era ovvio che eravamo pronti per qualcosa di più grande una volta che abbiamo fatto il salto in America, circa cinque anni dopo. A quel punto è diventato chiaro che no, non sarei tornato al college”.
Riflessioni sui Pink Floyd pre-after “Dark Side:
“Quando vai in tournée in America, pensano quasi che i Pink Floyd abbiano iniziato con Dark Side. Eravamo così underground che fino al 1972 eravamo praticamente sconosciuti. Il nostro catalogo precedente è straordinariamente vario, quasi tre o quattro band in una.
Nick non si sente proprio agio nell’utilizzare il suo nome in Nick Mason’s Saucerful Of Secrets.
“La sensazione generale era che fosse importante averlo lì, per spiegare cosa e chi eravamo. Probabilmente è stata la decisione giusta. Una volta che la gente si sarà abituata a noi, ci chiameremo semplicemente ‘The Saucers’, così non dovrete continuare a gridare il mio nome”.
Sull’idea di comporre nuova musica:
“È una cosa che prenderemmo in considerazione, ma non ancora. Gary in particolare è un grande scrittore, quindi è qualcosa che potrebbe venire fuori più avanti”.
Uno sguardo sulla sua carriera da musicista:
“Quando ho iniziato a suonare la batteria, si pensava che la musica rock fosse del tutto effimera. I miei amici più vecchi che hanno intrapreso carriere come quella bancaria, sono tutti andati in pensione da tempo. Si è scoperto che le band possono durare molto più a lungo di quanto si fosse previsto”.