Nuova intervista con Ginger Gilmour

Sul sito SPETTAKOLO.IT è stata pubblicata oggi una lunga ed interessante intervista con Ginger Gilmour, ex moglie di David Gilmour, chitarrista dei Pink Floyd. L’intervista è stata condotta da Andrea Giovannetti.
L’articolo originale è disponibile cliccando su questo link.

Questo è il testo integrale dell’intervista.

Ginger Gilmour è una donna poliedrica: ex modella, scultrice, autrice, ed oltre a questo è stata la prima moglie di David Gilmour, chitarrista dei Pink Floyd. Con lui ha condiviso quasi 20 anni di vita, di cui 15 di matrimonio, dal 1975 al 1990, anno del loro divorzio. La coppia ha avuto anche quattro figli: Alice, Clare, Sara e Matthew.
Questi e altri ricordi di quel periodo sono racchiusi in un libro dal titolo Memoirs from the Bright Side of the Moon.
Abbiamo contattato Ginger per una lunga intervista sui suoi anni con David e la band e sulla sua carriera di artista, da cui sono scaturiti anche particolari inediti.

Partiamo dall’inizio della tua storia con David e, di conseguenza, coi Pink Floyd. Tutto è successo dopo un concerto in Michigan nel 1971.
I sogni silenziosi del cuore si risvegliano per guidare le nostre vite, e il sogno del principe azzurro stava per realizzarsi il 28 ottobre 1971: ero nel backstage di un concerto dei Pink Floyd negli Stati Uniti, ad Ann Arbor, nel Michigan, quando David mi si avvicinò e disse: «Ciao, sono David». I nostri cuori si sono incontrati in quel momento che avrebbe cambiato la mia vita per sempre. La band doveva rimanere per qualche giorno prima di continuare il suo tour americano e questo ci ha dato la possibilità di passare del tempo insieme.
All’epoca non avevo idea di cosa mi avesse portato da un momento all’altro a fidarmi di una sensazione profonda dentro di me, ma ho deciso di avere il coraggio di buttarmi nel mio futuro e seguire il sogno di stare con il mio principe azzurro per tutto il tempo che la nostra storia fosse durata. Il nostro tempo insieme, cioè il mio con David, è diventato una storia mitologica di romanticismo che viene raccontata nel mio libro “Memoirs of the Bright Side of the Moon”.

Nella biografia di Nick Mason c’è scritto che il giorno in cui Syd Barrett è apparso agli Abbey Road Studios era proprio il giorno del tuo matrimonio con David. Quali sono i tuoi ricordi di quel giorno e di quella “apparizione”?
Ho letto così tante versioni su quel giorno… Posso dire con certezza che era il giorno in cui ci siamo sposati.
I Floyd erano appena ritornati dal loro tour Americano del 1974 quando David mi chiese di sposarlo mentre tornavamo a casa dall’aeroporto.
Fecero un concerto a Knebworth il 5 luglio 1975 e ci sposammo il 7 luglio. Con noi c’erano i nostri migliori amici e siamo andati a festeggiare (in piccolo) nel nostro pub di zona, visto che la band stava registrando Wish You Were Here e David doveva andare agli Abbey Road Studios, così io andai con lui in modo di passare la giornata insieme. Sembrano esserci sempre storie nelle storie che ci dimostrano come l’arazzo delle nostre vite sia interconnesso, e così è sicuramente per ciò che riguarda i Floyd.
Quello che mi ricordo di quel giorno… Appena siamo entrati nella sala regia Roger si avvicinò a David prendendolo da parte e sussurrandogli: «Guarda chi c’è seduto sul divano». Entrambi andarono lentamente verso il posto che aveva indicato Roger, mentre Nick e Rick li seguirono con discrezione.
In quello studio di registrazione della EMI c’è un grande divano proprio di fronte al banco del mixer, David guardò e il suo viso si rannuvolò sopra la realtà di ciò che vide. Non penso che nessuno di loro fosse completamente sicuro di chi era seduto lì finchè David non lo confermò, e sottovoce disse: «E’ Syd». L’atmosfera nella stanza divenne silenziosa mentre tutti metabolizzavano il momento. Specialmente Roger, come è stato citato più volte, ebbe molte emozioni contrastanti mentre il passato tornava come un fiume in piena, accoppiato alla sincronicità del momento.
C’era Syd che aveva una forma a pera, senza capelli e sovrappeso. Rimasero tutti in silenzio increduli mentre vecchi ricordi si riversavano nei loro cuori. Cos’era successo? Il suo tempismo era inquietante! La tragedia di Syd e il loro amore perduto avevano inspirato la creazione di Shine On You Crazy Diamond, ed erano proprio nel bel mezzo delle registrazioni del brano quando Syd apparse invecchiato e senza capelli. Hanno provato a parlargli e l’hanno invitato ad ascoltare un brano, Syd si è seduto lì sul divano, perso, chiedendosi: «Perchè?».
Che giornata per riflettere, che giornata da ricordare.

E’ stato difficile proteggere la privacy della famiglia dopo il boom di popolarità che la band ha avuto con The Dark Side of the Moon?
I Floyd hanno sempre mantenuto un basso profilo riguardo le loro famiglie, ma in generale loro mantenevano un basso profilo come individui: a rappresentarli c’era la musica e non le loro personalità, fino a che The Dark Side of the Moon divenne virale, specialmente negli Stati Uniti. Quando arrivò il successo del singolo Money le cose cambiarono: i concerti non erano più in sale intime dove si poteva sperimentare il silenzio ed il semplice ascolto della loro musica.
Ci hanno portato in un viaggio nelle profondità della Vita creando Bellezza attraverso la trasformazione del Caos. Io, personalmente, essendo di natura intuitiva, ho scoperto che da quel momento in poi, non appena ci sono un album o un tour, e questo succede ancora adesso, molte voci arrivano prepotentemente nelle nostre case. Fortunatamente ho avuto il sostegno di un grande maestro spirituale che mi ha guidato e insegnato ad affrontare tutto questo, a come capire e proteggere la nostra famiglia a livelli più sottili ed insieme ad accettare il nostro percorso di ispirazione per molti.

Com’è nata l’idea di raccontare quegli anni in un libro?
Quando uno si avvicina a scoprire chi è e qual è lo scopo della sua anima, si avvicina al Divino: Dio ha piantato una scintilla di questa Bellezza nei nostri cuori e molti devono ancora scoprirla. Io sono stato risvegliata dal mio secondo sogno dopo un’esperienza quasi mortale mentre ero incinta del nostro secondo figlio: mentre eravamo in Francia durante le registrazioni di The Wall sono stato punta da una vespa e il veleno ha creato un cristallo che ha bloccato la valvola del mio rene. Sono dovuta tornare a casa per essere curata dal nostro omeopata a Londra, il Dr. Sharma, che ha salvata la mia vita, il mio rene e nostra figlia Clare. Attraverso questa esperienza dovevo scoprire qual era lo scopo della mia anima, e ho scoperto di essere nata con “l’anima dell’artista”: da allora la mia vita è stata focalizzata sull’essere più consapevole di ciò che mantiene in buona salute riguardo ciò che si mangia, si pensa e si fa. Così, ho iniziato a meditare, ad ascoltarmi dentro e a creare opere d’arte da quell’ascolto interiore. Un giorno durante la meditazione, una voce guida che spesso piantava semi di ciò che dovevamo creare mi parlò, e in questo caso, Dio mi ha detto: «Ginger, devi scrivere il tuo viaggio d’amore». Ci sono voluti alcuni anni per completarlo, ma una volta iniziato sapevo che non si sarebbe trattato solamente di un libro sui Pink Floyd: dovevo condividere il mio viaggio dall’Amore personale per arrivare a scoprire un Amore più grande, un Amore che è sempre nei nostri cuori. Oggi l’umanità sta chiamando: è bramosa, è desiderosa di trovare la felicità. Ora capisco che Dio voleva che condividessi la mia vera storia in modo che gli altri ricordassero la Bellezza per cui erano nati, per risvegliare la straordinarietà della Bellezza della Vita nonostante le sfide, in modo che la pace possa tornare sulla Terra.

Approvi il fatto che tuo figlio Matt stia tentando di seguire le orme di suo padre nel mondo della musica? Pensi che sarà più difficile per lui con quel cognome così “pesante”?
Certamente approvo, ma non sta cercando di seguire le orme del padre: lui è nato con lo scopo dell’anima di creare musica.
Ricordo che un giorno io e David eravamo nella cucina quando abbiamo sentito qualcuno armeggiare sul nostro pianoforte nell’altra stanza. Erano suoni così speciali che ci hanno fatto andare a vedere, e c’era Matthew, che all’epoca aveva tre anni, seduto sullo sgabello del pianoforte che suonava silenziosamente, scoprendo il suono di ogni tasto.
Con il passare degli anni ora realizzo che ha ascoltato tutto ciò che sentiva intorno a lui, dalla musica orientale a quella occidentale. E poi è successo. Il modo in cui questo sarebbe nato, doveva essere necessariamente attraverso una chitarra, componendo e cantando. Mi portò una registrazione di Rain (che può essere trovata su YouTube e sul suo primo album The Grey), ed io ero così commossa che l’ho condivisa con Danny Johnson, il chitarrista solista degli Steppenwolf. Gli è piaciuta e ha detto «Voglio registrare questo ragazzo!», e così è iniziato tutto: Matthew è andato al ranch di Danny vicino Austin, in Texas, e la sua vita ha preso una chiara direzione per ESSERE un musicista. Renderò sempre Grazie per questo.
Onestamente, essere il figlio di David Gilmour è una lama a doppio taglio, può essere una benedizione o una maledizione. Ho detto a tutti i miei figli che è un dono di Dio da usare per dimostrare che sei vero in quello che fai… Sento che Matthew si stia guadagnando rispetto grazie al suo talento, e io sostengo il suo viaggio creativo.

Sei stata una testimone oculare del processo creativo di David. Com’è il suo modo di approcciare la composizione?
Sembrava che nascesse tutto dal suo cuore. Un libro di Carl Jung dell’enciclopedia junghiana Arte e incoscienza tocca la verità del processo e dello scopo della creatività: in primo luogo, collega ogni individuo al proprio io superiore, che produce equilibrio ed armonia; in secondo luogo, l’arte nata da questo processo è toccante ed ispira gli altri a provare questa stessa sensazione. Sento che la musica di David è nata da questo luogo profondo, è per questo che la sua musica è amata da così tante persone: tocca la bellezza archetipica che c’è nel cuore di ognuno di noi.

C’è un album o una canzone dei Pink Floyd o dei lavori solisti di David che ascolti spesso?
Il mio periodo preferito è iniziato con Echoes e One of these Days. Mentre ci sedevamo tra il pubblico e la musica ci girava intorno, eravamo un tutt’uno… E’ stato così speciale per me, e ci sono così tanti concerti in cui è successa questa sensazione. Amo anche Wish You Were Here e Comfortably Numb. Ma è difficile scegliere perchè si tratta della mia vita, vivono dentro il mio essere e hanno ispirato anche la pratica di sviluppo della mia arte, per cercare di liberarla dalla scatola in cui ha vissuto a lungo… Ballo e gioisco e sono grata per quel periodo… Facciamo una cosa Bella, che si tratti di marmo, musica, danza o poesia. Facciamo una cosa bella, in modo che le anime legate dell’umanità siano liberate!

Sei un’artista, una scultrice, un’autrice. Pensi che 20 anni di vita con David e i Pink Floyd abbiano influenzato la tua creatività e il tuo lavoro?
Certamente, come ho detto prima, ma tutta la nostra vita quotidiana era piena di creatività: eravamo circondati da amici, artisti, filosofi e belle persone di differenti culture. In più c’è la natura, che ha un modo di riempire la tua giornata, la tua vita, la tua arte con l’ispirazione che dà. Dopo aver scoperto che oltre ad essere una moglie e una madre ero nata per essere un’artista, le cose sono decollate. Trovo che questo sia il punto centrale da cui la mia vita si irradia per raggiungere gli altri cercando di elevarli.

Ho letto in altre interviste che spesso correli il tuo lavoro come artista con Dio. Quale connessioni pensi ci sia tra le due cose?
Dentro di noi c’è un posto così profondo di silenzio e amore che qualcuno chiama Dio, altri lo chiamano con molti altri nomi. E’ un posto che è oltre la mente ed i giudizi, ed alimenta il nostro essere. Una volta che si raggiunge questo punto di vedere la vita molte cose cominciano ad essere chiare e in pace. E’ qui che nasce la vera creatività ed è il posto dove è nato il mio lavoro. E’ veramente fantastico sentire l’arcobaleno ogni giorno.

In gennaio compirai 70 anni. Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Non è fantastico? Lo trovo davvero fantastico! 70? Wow, sento che sto appena iniziando un nuovo ciclo di vita di tale Bellezza. Credo nei suggerimenti e so che succederà. Riguardo cosa, dove e con chi inizierà il mio futuro io aspetto, ascolto e rispondo. E anche nelle sfide io amo comunque la Vita”.

(intervista di Andrea Giovannetti)