Household Objects: Il progetto segreto dei Pink Floyd rivive dopo 50 anni

Tra i progetti meno noti dei Pink Floyd ce n’è uno che da sempre è avvolto dal mistero. Dopo la pubblicazione di The Dark Side of the Moon, i quattro musicisti immaginarono, con coraggio, un disco a dir poco rivoluzionario: un album realizzato interamente con oggetti domestici.
Niente chitarra di Gilmour, niente tastiere di Wright, niente basso di Waters o batteria di Mason: il nuovo lavoro — concepito come ideale successore dell’iconico album del prisma — doveva essere suonato con oggetti rubati al quotidiano. Bicchieri, elastici, fogli di carta, posate. Questo ambizioso progetto prese anche un nome: Household Objects. I Pink Floyd ci lavorarono con entusiasmo per diverse settimane, prima di accantonarlo definitivamente.
Oggi, a distanza di cinquant’anni, Household Objects viene riscoperto, reinventato e persino ampliato grazie a un gruppo di artisti guidati da William Hayter e Barry Lamb, fautori dell’interessante doppio album Household Objects (and Sundry Massed Gadgets). L’idea originaria viene sviluppata alla luce delle tecnologie attuali, con la partecipazione di figure di spicco della scena sperimentale e underground — tra cui The Residents, Yumi Hara e Geoff Leigh — che, pur portando il proprio stile e la propria sensibilità, restano fedeli allo spirito originale del progetto.

Il primo a sorprendersi del risultato è stato Nick Mason, che ha firmato il corposo libretto di 32 pagine che accompagna l’album:
Il progetto Household Objects dei Pink Floyd fu un tentativo piuttosto disperato di trovare idee per seguire l’enorme successo di The Dark Side of the Moon… L’unico elemento acustico che sembrava poter offrire suoni interessanti erano i bicchieri di vino sfregati, che potevano essere accordati a seconda della quantità d’acqua nel bicchiere… questo divenne l’unico elemento degno di entrare in Wish You Were Here…
William Hayter racconta così l’origine del nuovo progetto:
Ho organizzato un incontro con Barry Lamb per vedere come avrebbe reagito all’idea di collaborare per creare un omaggio per il 50º anniversario e una reinterpretazione di Household Objects… Sentivo che era un progetto perfetto per Barry, e così si è rivelato… La mia idea iniziale era immaginare cosa avrebbero potuto produrre i Pink Floyd se avessero tentato di registrare un simile album nell’ambiente di studio di oggi. Invece di realizzarlo da solo, abbiamo deciso di coinvolgere una serie di musicisti, esploratori sonori e manipolatori di suono per affrontare questa sfida e dare la loro interpretazione di ciò che i Pink Floyd avrebbero potuto creare se l’album fosse stato registrato nel 2024 invece che nel 1974… Le reinterpretazioni creative e interessanti di tutti i partecipanti, cinquant’anni dopo, sono state straordinarie e rendono l’ascolto estremamente immersivo.
Barry Lamb aggiunge:
Da adolescente, a metà-fine anni ’70, nei primi euforici giorni della cultura delle cassette, ho iniziato a sperimentare con il suono in un modo che ora mi sembra stranamente profetico. Non avevamo strumenti veri — a parte un flauto dolce soprano, un mandolino malconcio e un vecchio pianoforte verticale — così ci arrangiavamo con quello che c’era. Le scatole dei biscotti diventavano tamburi, i termosifoni vibravano con risonanza, e gli elastici tesi su scatole di cartone fornivano toni bassi rudimentali. Era un’esplorazione nata dalla necessità, ma anche un atto di scoperta, un’introduzione al potenziale illimitato del suono.
È in quel periodo che mi imbattei nel mondo della musique concrète. Il lavoro di Pierre Henry fu una rivelazione precoce, e la mia porta d’accesso alla musica sperimentale si aprì ulteriormente grazie a Alan’s Psychedelic Breakfast dei Pink Floyd. I suoni apparentemente banali di uova fritte e bollitori, perfettamente intrecciati in una composizione musicale, ebbero su di me un effetto profondo. Questo, a sua volta, mi portò più a fondo nei mondi di Harry Partch, Edgar Varèse e altri pionieri che si allontanarono dalla strumentazione tradizionale.
Questa fascinazione per i suoni trovati plasmò le mie registrazioni nella cultura delle cassette per tutto il tardo anni ’70 e primi anni ’80… Molti anni dopo, mi capitò un articolo sul progetto abbandonato dei Pink Floyd, Household Objects. Come molti, sapevo dei bicchieri in Wish You Were Here, ma ignoravo che avessero immaginato un intero album realizzato con strumenti non convenzionali. L’idea di un simile disco — in cui i confini di ciò che è considerato ‘strumento musicale’ vengono completamente reinventati — mi affascinava, e mi fece riflettere…

Il risultato è sorprendente: un omaggio che celebra il suono nella sua forma più primordiale — quello che nasce dagli oggetti del quotidiano. Un suono che, pur provenendo da elementi comuni, non è mai scontato, e anzi apre nuovi e infiniti percorsi proprio grazie all’infinita varietà delle sue origini.
Il merito va a William Hayter e Barry Lamb, capaci di innescare nei musicisti coinvolti un processo creativo tanto affascinante quanto coerente con la visione originale dei Pink Floyd.

A confermarlo, ancora una volta, sono le parole di Nick Mason:
Devo dire che, cinquant’anni dopo, questa resurrezione dell’idea mi sembra molto più realizzabile — e il lavoro che ne è scaturito è, a mio avviso, più interessante di qualsiasi cosa realizzammo noi all’epoca. Onore a tutti i partecipanti. Se li abbiamo ispirati in qualche modo, allora forse non è stato un fallimento così inutile.

Ogni brano del doppio CD è accompagnato da brevi note esplicative sul processo creativo, quasi fossero didascalie di opere d’arte all’interno di una mostra. Splendida anche l’immagine sul retro della copertina, che rievoca la celebre back cover di Ummagumma, dove i Pink Floyd costruirono la sagoma di un aeroplano usando strumenti da palco. In questo caso, invece, l’aereo è formato da pentole, posate e oggetti da cucina, insieme a microfoni e cavi da studio.
Segnalo tra gli artisti che hanno collaborato al progetto anche alcuni artisti italiani, Francesco Paolo Paladino e Maria Assunta Karini, che hanno anche realizzato un video con il loro contributo intitolato Hhand 2, oltre a Alessandro Monti e Daniele Principato che firmano Gerald’s Acousmatica.

La grafica del progetto Household Objects (and Sundry Massed Gadgets) è curata da Michael Leigh, con fotografie di Sean Kelly. L’album, pubblicato il 1° agosto, è disponibile in edizione limitata su CD e sulle principali piattaforme digitali.

CD1
Trickle Treat – Lester Square (5:41)
A Woman’s Work is Never Dub – Nick Haeffner and Alison Craig (3:04)
CCS & – Kodax Strophes Martyn Bates (2:39)
In the Studio – Geoffrey Richardson (1:31)
Florian’s Silvervine-lick Breakfast – Yumi Hara (2:47)
Gift – Joby Burgess (3:12)
Three-nothing principle – Akaten with Kawabata Makoto (1:53)
Hhand 2 – Francesco Paolo Paladino & Karini (3:45)
In (and out of) Sink – Jon Owen (3:21)
Washing Up – Faradena Afifi with Steve Beresford (4:55)
No Mouse is an Island – The Residents (4:12)
Drum n Basin – Planetruth (3:05)
Objects in the House – Two Headed Emperor (5:52)
Cochina Expresso – BBB-and (4:09)

CD2
Mishandled Water Music – Barry Lamb (1:55)
End of it All – Peter Ashby and Alex Ashby (5:51)
Cuppa for Alvin – Peter Blundell (3:07)
Pig Crumb Hoover – Hazel Jones (0:22)
Pie Wrecks – Geoff Leigh (4:04)
HOME:WORK – William Hayter, Fred Thelonious Baker, Birgit Baker-Schellhorn and Elliot Baker-Schellhorn (4:58)
Carnaval des Objets Maison – Shyamal Maitra (3:01)
Dali’s Flies – Census Of Hallucinations (4:40)
What’s The Title? – Rapoon (2:36)
Gerald’s Acousmatica – Alessandro Monti & Daniele Principato (6:07)
H2 Oh! – William Hayter (5:14)
Metallurgy – Guy Harries (3:38)
The Progressive Rise and Rapid Fall of Artificial Intelligence – Grand Hotel (5:33)

Note di copertina
Concetto originale – Pink Floyd
Ispirazione fotografica – Hipgnosis
Prodotto da William Hayter e Barry Lamb
Compilazione e sequenziamento a cura di William Hayter presso Stable Sound Studios, Ware, Regno Unito
Mastering di Bob Drake presso Studio MIDI-Pyrénées, Francia
Artwork – Michael Leigh
Design e impaginazione – Tim Schwartz | OnionProductions.com
Assistente al layout – William Hayter
Fotografia – Sean Kelly
Assistente fotografo – William Hayter
Ufficio, amministrazione e fogli di calcolo – Barry Lamb

Dove acquistare

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Per contatti con il team creativo: email.

Nino Gatti